Le pitture murali

pittura muraleDurante i lavori di restauro della Chiesa di San Giorgio di Novi sono emersi (...) alcuni frammenti di pitture murali.
  La prima scoperta risale ad alcuni anni fa.
  Due figure inginocchiate e a mani giunte emersero da un pezzo di intonaco, staccatosi per l'umido, poco al disopra del calpestio di questa chiesa completamente diruita, senza il tetto e che miracolosamente restava in piedi nonostante i tentativi di abbatterla per sicurezza pubblica.
  Si racconta dell'impiego di dinamite che ebbe per risultato solo il crollo di qualche tratto di muro. Alla prima osservazione del lacerto fu possibile stabilire solamente che si trattava di due oranti (poi risulteranno tre per una piccola figura comparsa alla pulitura tra le due figure maggiori). Era ovvio che questo lacerto prevedeva un più ampio episodio pittorico al disopra delle figure. Da sondaggi effettuati a cura di alcuni volenterosi cittadini, fu accertato che non vi era altra traccia di affresco. Ma non era vero. Bisognava attendere l'inizio dei lavori di restauro ed i primi interventi per accertare che il lacerto trovato apparteneva ad un più ampio afreesco picchettato e quindi coperto con intonaco in epoca tardo barocca. Fu allora deciso di rimuovere il vecchio intonaco. Comparve cosi un ampio affresco che rappresentava una figura di frate che reggeva un libro con la mano destra. Del viso era leggibile solo una parte del lato destro che mostrava la barba. Al disotto di questa immagine fu inoltre accertata l'esistenza della sottoriportata iscrizione:

    + HIC IACET CORPUS
      ABATIS .....+
    (QUI GIACE IL CORPO DELL'ABATE.....)

  Quindi era stata individuata una cappella parietale con un Santo la cui effige era stata violentemente cancellata dall'intervento di rinnovo del XVII secolo; una immagine dedicatoria raffigurante una famigliola ovvero un uomo, una donna ed una bambina ed infine una scritta funeraria indicante il luogo di sepoltura di un Abate. Restava da accertare chi fosse il Santo, di che famiglia si trattasse ed infine chi fosse questo abate ivi sepolto. Un abate di S. Giorgio, di nome Eliseo de Jutiis, in data 21 settembre 1617 detta il suo testamento. Egli vuole che alla sua morte sia seppellito in detta chiesa ed esattamente nella Cappella di San Martino di patronato dela famiglia De Fusco.
  I lacerti di affresco rappresentavano, la famiglia De Fusco (padre, madre e figlia), il frate rappresentava San Martino, e l'abate Eliseo de Jutiis.


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