Un passaporto per l'America

briganteUna vicenda singolare anche se non unica, è quella del brigante Crocamo Albino, di Novi Velia. Aveva 26 anni quando, complici le autorità, riuscì ad espatriare; ne aveva trascorsi tre alla macchia; era conosciuto come implacabile e vendicativo. In paese e nei dintorni, lo ricordavano come colui che aveva vendicato l'uccisione del nipote, Michelangelo Guzzo e che non aveva esitato a far rapire il sindaco di Stio.
  Era alto appena un metro e cinquanta, capelli neri, sopracciglia castane ed una cicatrice sull'occhio destro, che lo tradì quando, avute garanzie dalle autorità, si era presentato a Napoli per espatriare con passaporto falso, il 18 marzo del 1867.
  Per ottenere quel passaporto aveva tradito ben sei compagni della sua banda, facendoli arrestare.
  Fu Mozzillo Domenico che lo riconobbe e lo denunciò: ne ebbe in cambio 600 franchi e condonata la pena del domicilio coatto.
  Del "caso Crocamo" si interessò persino il ministero: un fervido carteggio con la prefettura di Salerno, assicurò la sua partenza per Genova il 27 aprile, da dove s'imbarcò per le Americhe sul primo piroscafo.
  Emergono, cosi, le connivenze e i compromessi a cui si ricorse da parte delle autorità per "aggiustare" situazioni divenute troppo scottanti. Addirittura si indica, in questo singolare documento, anche la copertura per un fatto che certamente nell'opinione pubblica avrebbe destato perplessità.
  Proponiamo qui l'ultima lettera del ministero con la quale si danno istruzioni al prefetto di Salerno per l'imbarco del brigante.

Doc. 15 ASS, Gab. Pr., 52, 287.

Firenze add'i 10 Aprile 1867
Riservata. Al Signor Prefetto di Salerno,
Pel brigante Crocamo Vostra Signoria si ponga l'accordo col Prefetto di Genova per farlo imbarcare a quella volta accompagnato da una Guardia di Pubblica Sicurezza. In suddetta città egli rimarrebbe per cura di quel Prefetto, nascosto, fino a che non vi fosse partenza di piroscafí per l'America, e poi accompagnato a bordo si sarebbe guardato a vista sino a che il bastimento non avesse fatto vela.
Allora se da alcuno si cercasse scrutare che cosa fosse avvenuto di lui, si risponderebbe di essere evaso dalle mani della forza pubblica nell'atto che veniva tratto a Genova per esservi interrogato da quelle Autorità e che poscia per ricerche faticate dalla Questura, sarebbe accertato di esservi imbarcato per l'estero. In tal modo aggiustato, e perciò il Ministro ha firmato col proposito oggi stesso al Prefetto soprannominato.
Vostra Signoria di accordo con lui, trovi il modo ora di condurre a termine questo affare con tutta la debita saggezza e la cautela conveniente.
L'Ispettore Iacabbi
Direttore fungente pel Ministro M. Armone


  Testo tratto da:
Amedeo La Greca, Storie di briganti, Acciaroli, C.P.C, 1988, pagg.75 ss.


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